26 Mag LE CHALLENGES
Sono sfide social che nascono in rete. L’effetto più allarmante di queste catene, è proprio la rapidità con cui
dilagano nel web (effetto contagio), innescando così condotte di pura imitazione degli altri; inoltre i ragazzi
rischiano di esagerare e di andare oltre quello che è l’input iniziale.
Gli adolescenti partecipano a queste sfide per noia, trasgressione o per far salire l’adrenalina. Molti ragazzi
accettano le sfide perché hanno timore di sentirsi esclusi, di apparire vigliacchi, fino a sperimentare cose che
diano sensazioni nuove.
Le challenges più rischiose presenti sul web possono essere classificate in:
- sfide autolesionistiche;
- sfide in cui vi è un’evidente oggettivazione della donna;
- sfide in cui viene ostentata e incentivata un’eccessiva magrezza;
- sfide che riguardano il tema della sessualità;
- sfide che hanno come sfondo il tema dell’aggressività.
Con queste sfide estreme gli adolescenti possono arrivare a farsi del male, a tagliarsi, a bruciarsi, a rischiare
la vita, fino a partecipare a veri e propri giochi che li inducono anche, nei casi di maggiore vulnerabilità, a
togliersi la vita, rischiando di far passare il suicidio come un gesto eroico che in pochi avrebbero il coraggio
di fare.
Con riferimento alle challenges, in alcuni casi si potrebbero configurare il reato di istigazione o aiuto al
suicidio (580 c.p.) nel caso in cui la sfida porti al suicidio della vittima o anche il reato di adescamento di
minorenni (art. 609 undecies c.p.) nel caso in cui un adulto cerchi, attraverso la sfida, di adescare il giovane.